LAVORI IN PELLE – Giuliana Carbi –

Interessata alle possibilità espressive del digitale proprio perchè consentedi rendere con straordinaria efficacia il confine oggi molto labile del “corpo”, depurato da ogni frammento di storia individuale oppure, al contrario e con la stessa assenza di capacità partecipativa, violentemente offeso dalla storia collettiva, Giovanna Torresin ha sempre indagato con una carica di denuncia di sconcertante impatto visivo la manipolabilità fino alla clonazione ma anche la distanza dalla fisicità fino all’idea del corpo stesso come artificialità. Molto chiari in questo senso i titoli delle sue mostre principali:”Identità mutante” (Udine e Ferrara – 2001),”Realfiction. Natura Naturans 2″, (a cura di Maria Campitelli, Trieste -1997), “Tras-Figura” (Biella -1998), “Il corpo rinato” (Genova, La Spezia, Courmayeur, Bologna – 2000), “Peso del virtuale” (Pinerolo 2002). Balzata a metà degli anni novanta all’attenzione della critica nazionale e internazionale con la serie degli innesti di corpo femminile e tavolo da cucina, un momento creativo che ha poi portato all’emblematica personale “Corpo estraneo” (a cura di Alberto Fiz e Sabrina Zannier, Silvy Bassanese Arte Contemporanea, Biella 1999) e all’autorevole presenza nella rassegna “Corpi e corpi.

Tendenze e contaminazioni nella fotografia femminile” (a cura di Roberto Roda, Ferrara e Bondeno 2001), l’artista presenta a Trieste l’ultima versione della sua “poetica dell’innesto” – come è stata bene definita da Sabrina Zannier – affrontando un altro capitolo della mutazione che lega direttamente ad una fonte-documento inequivocabile della alienata condizione dell’identità del nostro tempo post-“Blade Runner”. Dal film, diventato per questo un vero e proprio cult-movie, l’artista trae il titolo stesso della serie di opere:”…ho quattro LAVORI IN PELLE in giro per la città”.”Ho sempre tentato di dare un significato al corpo, al nostro corpo. Non solo per un disagio personale, ma anche perchè mai come in questo momento ilcorpo, nella nostra società è negato o rifiutato. Da tempo il corpo viene mascherato, nascosto alla vista per armarlo controla sua stessa natura originale, paradossalmente con pratiche che vorrebberoe saltarlo: da tempo il corpo è nemico. Bisogna quindi tentare di riportare l’attenzione su questo “oggetto” ormai misterioso con visioni diverse, provocatorie, violente…”Questa esplicita dichiarazione della Torresin ci cala nell’atmosfera dell amostra triestina: una nuova mutazione è in atto. Il corpo metropolitano oggi è ammalato; attratto innaturalmente dal tatuaggio, segnalatore estremo di identità, si disegna con il contrario della evidenza e della manifestazione, con i simboli dell’occultazione protettiva per eccellenza: l’armatura o la celata che si usavano nel medioevo.

Giuliana Carbi – Catalogo Studio Tommaseo Trieste

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SKIN WORKS

Interested in the expressive potential of the digital art because it enablesto convey extremely well how faint are the boundaries of the’body’ today,depurated of all fragments of individual background or, oppositely and inthe same absence of participative capacity, violently offended by collectivehistory – Giovanna Torresin has always investigated, with an impetus fordenunciation of an amazingly visual impact, on the manipulability of thebody brought as far as clonation, but also on the distance from the physicaldimension brought as far as the idea of the body itself as being artificial.Her message is very clear in the titles of her most important exhibitions:’Identità Mutante’ [Mutant Identity] (in Udine and Ferrara – 2001),’Realfiction. Natura Naturans 2′, (supervised by Maria Campitelli, inTrieste – 1997), ‘Tras-Figura’ [Trans-Figure] (Biella -1998), ‘Il corporinato’ [The Body Born Anew] (in Genoa, La Spezia, Courmayeur, Bologna -2000), ‘Peso del virtuale’ [The Weight of Virtual Reality] (in Pinerolo -2002).The artist leapt before the eyes of the critics in Italy and abroad in themid-90s with a series of female bodies grafted onto kitchen tables, acreative period which has been the prelude to her emblematic personalexhibition ‘Corpo estraneo’ [Foreign Body] (supervised by Alberto Fiz andSabrina Zannier, Silvy Bassanese, Biella 1999) and her authoritativeparticipation to the exhibition ‘Corpi e corpi. Tendenze e contaminazioninella fotografia femminile’ [Bodies and bodies. Trends and contaminations infemale photographers] (supervised by Roberto Roda, Ferrara and Bondeno2001).

These days, Giovanna Torresin is staging in Trieste the latestversion of her ‘poetics of grafting’ – as ideally defined by Sabrina Zannier- where she deals with a further step of mutation directly linked to anunequivocal record-source of the alienated identity of our post-‘BladeRunner’ times. From the movie, which for this reason has become a truecult-movie, the artist has drawn the title of her series of works: ‘… I’vegot four SKIN JOBS walking the streets’.’I have always tried to give some meaning to the body, to our body. Not onlyout of my personal feeling of unease, but because today like never before,in our society, the body is being denied or repudiated. The body has longbeen masked, hidden from sight, almost armoured against its own originalnature, and paradoxically so using practices that are meant to magnify it.The body has long been an enemy to us. So, I wish to force the attentionback to this ‘object’, now a mystery, with different provocative, violentvisions…’.This explicit declaration by Torresin escorts us into the atmosphere of herexhibition in Trieste: a new mutation is going on. The metropolitan body isnow ailing, unnaturally attracted by tattoos, an extreme indicator ofidentity, defined through the opposite of evidence and display, through thesymbols of the protective occultation by excellence: an armour, or a salletfrom the Middle Ages.

Giuliana Carbi – Catalogue Studio Tommaseo Trieste

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