TEMA CELESTE – Mariella Rossi –

Recensione mostra presso lo Studio Tommaseo

Una seconda pelle, carica di valore simbolico, riveste il corpo nudo immortalato da Giovanna Torresin nell’ultima serie di lavori fotografici di grandi dimensioni. Attraverso interventi digitali successivi, linee e ombre blu delineano sull’epidermide i contorni di articolate armature antiche; non si tratta di protesi robuste costruite attorno agli arti, ma di profililabili di metallo bombato, bulloni e snodature che sembrano affiorare dall’interno. Di opera in opera, tali armature assumono forme diverse: cambia la gorgiera, la protezione delle spalle e, soprattutto, la parte che copre il busto, distinta a volte da fregi floreali stilizzati.

La protagonista, inoltre, è isolata in uno sfondo nero e non instaura alcuna interazione con l’osservatore: il suo sguardo è spento, rivolto altrove oppure nascosto. Risulta bloccata in una sequenza di posizioni: alza il mento per mostrare collo e torace, abbassa il capo per mettere in evidenzale spalle; il corpo è inquadrato per intero frontalmente e di profilo e il volto è immortalato in primo piano, filtrato anch’esso da un elmo appuntito. Dunque, la donna è scrutata passivamente da differenti angolazioni che sisoffermano su specifiche porzioni del suo corpo; sembra essere oggetto di uno studio scientifico, di un esperimento genetico finalizzato a creare fisici mutati e corazzati sempre più perfetti.

Non traspaiono invece caratteristiche individuali e nulla è concesso alla costruzione di un percorso identitario: è solamente un “lavoro in pelle”, ossia un replicante privo di empatia, come precisa il titolo della mostra citando il film di Ridley Scott, Blade Runner. L’armatura, elemento del passato sospeso in una dimensione futuribile, rappresenta per Giovanna Torresin il simbolo di un atteggiamento contraddittorio: da un lato il bisogno di farsi riconoscere attraverso un’esteriorità forte, dall’altro la chiusura protettiva nei confronti dell’esterno che porta a una negazione del proprio io. Si trattadi una componente interiore atavica, latente nell’uomo, che in queste immagini sembra aver preso il sopravvento, innestata provocatoriamente sul corpo della protagonista come accade in alcuni episodi visionari di David Cronenberg a individui alterati da una “nuova carne” artificiale.

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CELESTIAL THEME

Review of Giovanna Torresin’s solo exhibition at Studio Tommaseo

A second skin, charged of a strong symbolic value, covers Giovanna Torresin’s naked body, as it is shown in the artist’s latest series of large format photos.

Through the use of digital technology the artist has decorated the surface of her body with blue lines and blue shadows to create shapes of armors that seem to flourish on the surface from within. Each image shows a different kind of armor and none of them are the same. The artist appears isolated against a dark background and does not seem to be willing to create any interactions with the viewers: her look is absent and focused on something far in the distance, oblivious of those who are observing her. She has depicted herself in a series of different postures: with her chin up to show her neck and chest; bending her head down to put in evidence her shoulders; then the body is shown in its entirety from the front and the sides. Finally, the artist exposes a close-up of her face wearing a warrior’s helmet. The artist has chosen to become a passive object of contemplation from different angles that evidence different parts of her body. It seems as if a scientific experiment to create pefect beings provided with armors had been carried out. The artist’s specific features are denied and her identity is suppressed. It is just a “lavoro in pelle” (a “skin work”) that gives as a result a series of creatures, similar to the replicants presented by R.Scott in his famous film “Blade Runner”. characterised by a lack of empaty and warm feelings.

The armour, linked to the past and yet sospended in a futuristic dimension, represents a contradictory element for the artist: on the one side, her need to affirm her strong personality and ideas; on the other, the necessity to protect herself from the outside world until denying her own identity.

Using her body as a means to express herself and externalise her ideas, Giovanna Torresin presents in her artwork an archetypal element presented in the history of the humankind, something that has originated long before our modern times but still remains a powerful force that seems to have riemerged and taken control over our life.

Mariella Rossi

 

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