STAIRWAY TO HEAVEN – Valerio Dehò –

Il lavoro di Giovanna Torresin si colloca in quella linea ricerca sull’universo femminile che inizia alla fine degli anni Sessanta, con Valie Export, Gina Pane, Orlan, Birgit Jürgensenn, Renate Bertlmann, e che non rivendicava tanto una parità di genere quanto una visione diversa della società. Da un lato la struttura familiare che luogo chiuso e asfittico, dall’altro una indipendenza che nel mondo poteva sembrare, e ancora drammaticamente appare, come una ribellione ad una gerarchia “naturale”. [English version included]

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SENZA TITOLO – Majda Dozeglav Japel –

La presente mostra rientra in quell’ambito del programma espositivo delle Gallerie Costiere di Pirano che evidenzia le opere di affermati artisti contemporanei. Nella suggestiva cornice della Galleria Loggia di Capodistria, dove negli anni scorsi si sono susseguiti prestigiosi artisti internazionali come Robert Mapplethorpe, Anne e Patrick Poirier, Claude Viallat, Jannis Kounellis, Sandro Chia.., abbiamo avuto modo di rinnovare e reinterpretare, con mostre tematiche o personali, il secolare dialogo della tradizione spaziale con la realtà dell’arte contemporanea. [..]

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REGINA DI CUORI – Sabrina Zannier –

All’insegna del gioco, teso fra regia concettuale e incognita legata alle mosse degli altri giocatori, l’artista conduce la sua opera lungo un percorso fondato sulla relazione psichica, sensoriale ed emotiva con l’altro da sé, sempre mettendo in scena il suo essere donna. Una donna che non ha paura di svelarsi in tutti i suoi aspetti, una donna che si mette a nudo, per denunciare le sue e altrui maschere, per incidere le tracce delle ferite, stendere gli aloni della dolcezza e disegnare la bellezza del dolore e dell’amore. [English version included]

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ANATOMIA DI UN’ANIMA – Simona Bartolena –

Un tavolo apparecchiato. I piatti, i bicchieri, le posate, persino le bottiglie… già ordinatamente preparati sulla tavola, ad aspettare un ospite; ma l’incontro non sarà galante né gioioso; l’atmosfera non sarà conviviale né tanto meno di intrigante complicità. Sarà un pranzo da cui, a poterlo fare, si sfuggirebbe volentieri, in un ambiente claustrofobico e costrittivo. Quella tavola apparecchiata, inguainata in una stretta veste di pelle, racconta un universo pieno di solitudine, dove le relazioni umane sono ridotte a un mero fatto meccanico, nello spazio chiuso e sterile di un ambiente famigliare spersonalizzante e cupo, che pare uscito da un romanzo di Ibsen o dal diario segreto di una giovane borghese ribelle dell’epoca vittoriana. [..]

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FEMMINART REVIEW

Mistica blasfema. Pur non amando il citazionismo, che sdrucciola le autenticità dell’Autore nell’incapacità di leggere in silenzio, senza riferimenti, nel caso di Giovanna Torresin resta difficile non pensare a Bacon, non da un punto di vista didascalico, ma nell’accezione più generale di blasfemia del segno.
Blasfemia, nell’Arte, è tuttaltro che una ingiuria verso il sacro, al contrario, quasi ne rappresenta la consacrazione. Giovanna esprime con purezza di significanza il cordoglio del sogno interrotto, castigato, ma per far ciò bisogna avere ben presente, in modo chiaro e ineccepibile, il sogno. [..]

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PASTO NUDO – Valerio Dehò –

Si può partire da un lavoro del 1993 dal titolo “Convivio” per iniziare un viaggio all’interno dell’opera di Giovanna Torresin. Questa installazione simula una cena impossibile o, meglio, apre la possibilità ad una dilatazione del senso del mangiare insieme, come ad una situazione dura e costrittiva. I bulloni nei piatti sono la chiave di volta di un lavoro complessivo sul senso dello stare insieme, sulle regole domestiche, sui rituali che si svuotano fino a che non ne resta che l’hardware, la spettrale struttura costrittiva, dura e improduttiva. [English Version included]

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QUI GIA’ OLTRE – Simona Bartolena –

Giovanna Torresin è stata per me una recente scoperta. Di lei conoscevo soltanto un’opera, l’immagine, fortissima nell’iconografia e nei contenuti, di una donna trapassata da un tavolo; era un’immagine che ogni tanto mi rieccheggiava nella memoria, ma non avevo idea che la sua creatrice abitasse e lavorasse a pochi passi: a Lomagna. Quando il suo universo mi si è mostrato interamente non ho avuto dubbi: la Torresin è un’artista straordinaria, potente nel pensiero e nel modo in cui sa renderlo visibile, in modo originale, intenso, spigoloso, a tratti perfino sgradevole allo sguardo, come a volte l’arte deve saper essere. [..]

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INTERROGATIVI ESSENZIALI E TENTATIVI DI RISPOSTE – Ferruccio Giromini –

CHI? Giovanna Torresin è una donna come tante, una donna come poche. Ha avuto i suoi alti e bassi, momenti belli e altri no, gioie e difficoltà, come può capitare a chiunque. Diversamente dalla norma, tuttavia, quando si è trovata a fare i conti con i propri inevitabili smarrimenti, li ha affrontati e superati con un guizzo d’energia non comune – affidandosi all’arte. [English version included]

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DIALOGO RUBATO IN DISPARTE, NELLA PENOMBRA DELLA TANA – Ferruccio Giromini –

Chi, quando e perché decide di farsi “artista”?

Per fortuna nostra, di noi comuni mortali, esistono individui che non riescono ad adattarsi al vivere comune, alle sue piccole miserie e neppure alle sue piccole vittorie. Il loro esempio ci aiuta a ingoiare qualche boccone amaro con la scusa dell’estetica e della provocazione intellettuale. Ma, per sfortuna loro, tali individui aspirano doloranti a qualcosa di più rotondo, di più acuto, di più alto, di più sublime perfino. La realtà così com’è non li soddisfa; per questo decidono di crearsene un’altra, delle altre, a proprio uso e consumo. Sono piccoli creatori (non semplicemente “creativi”); sono quelli che vengono definiti “artisti”. [English Version included]

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I COLORI DEL DISAGIO – Roberto Roda –

Giovanna Torresin cavalca l’arte digitale da protagonista. Nelle sue immagini, tutte autoreferenziali giacché dal 2000 ritrae e manipola sempre e solo se stessa, il tema centrale appare quello del disagio femminile, un disagio esistenziale che l’artista vive sulla propria pelle e cerca di esorcizzare con la ricerca artistica, trasfigurandolo in metafore visive mai scontate e sempre di inusitata forza onirica. [English Version included]

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IL PARADOSSO DEL CORPO – Umberto Gavinelli –

Alcuni artisti degli ultimi quaranta anni basano le loro operazioni suatteggiamenti e azioni in cui essi stessi sono protagonisti. Anche nell’autoritratto nato durante il Rinascimento e giunto al massimo dell’intensità nell’ottocento il protagonista è l’autore, ma mentre nell’autoritratto l’indagine riguarda la sua psicologia e i suoi sentimenti, nelle opere moderne la figura, o addirittura la presenza fisica dell’artista, è usata per creare delle metafore. [..]

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LAVORI IN PELLE – Giuliana Carbi –

Interessata alle possibilità espressive del digitale proprio perchè consentedi rendere con straordinaria efficacia il confine oggi molto labile del “corpo”, depurato da ogni frammento di storia individuale oppure, al contrario e con la stessa assenza di capacità partecipativa, violentemente offeso dalla storia collettiva, Giovanna Torresin ha sempre indagato con una carica di denuncia di sconcertante impatto visivo la manipolabilità fino alla clonazione ma anche la distanza dalla fisicità fino all’idea del corpo stesso come artificialità. [English Version included]

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TEMA CELESTE – Mariella Rossi –

Recensione mostra presso lo Studio Tommaseo. Una seconda pelle, carica di valore simbolico, riveste il corpo nudo immortalato da Giovanna Torresin nell’ultima serie di lavori fotografici di grandi dimensioni. Attraverso interventi digitali successivi, linee e ombre blu delineano sull’epidermide i contorni di articolate armature antiche; non si tratta di protesi robuste costruite attorno agli arti, ma di profililabili di metallo bombato, bulloni e snodature che sembrano affiorare dall’interno.

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NELLA CARNE E SULLA PELLE – Ferruccio Giromini –

Ho sempre tentato di dare un significato al corpo, al nostro corpo. Non solo per un disagio personale, ma anche perchè mai come in questo momento il corpo nella nostra società è negato o rifiutato. Da tempo il corpo viene mascherato, nascosto alla vista come per armarlo contro la sua stessa natura originale, paradossalmente con pratiche che vorrebbero esaltarlo. [English Version included]

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IDENTITA’ MUTANTE – Sabrina Zanier –

L’intero lavoro di Giovanna Torresin ci parla del corpo per affrontare quella complessa problematica dell’identità mutante alimentata dalle ricerche dell’ingegneria genetica e, in genere dalle nuove tecnologie. Ci parla di un soggetto che si riafferma idealmente attraverso l’inghiottimento di un oggetto e il curioso passaggio di ruolo tra soggetto e oggetto per cui diviene difficile porre nette cesure tra l’uno e l’altro. E lo fa mediante un lungo processo di analisi in cui, in un primo tempo, la dimensione

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CECI N’EST PAS UNE TABLE – Alberto Fiz –

Il corpo manipolabile è diventato, nelle mani dell’artista-creatore, il luogo dell’indagine e della trasformazione. Ingegneria genetica, clonazione, piercing, chirurgia plastica, sono tutti processi che hanno portato ad un superamento dei concetti di naturalità tradizionali per arrivare ad una sorta d’identità nomadica, dove il corpo è un elemento del processo creativo, luogo della sperimentazione e del conflitto, dell’artificialità e della sfida. [English Version included]

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DALLA POETICA DELL’INNESTO A UN NUOVO PROFILO IDENTITARIO – Sabrina Zanier –

Poetica dell’innesto: così potremmo intitolare l’intero lavoro di Giovanna Torresin, alludendo a quell’immaginario collettivo plasmato dalle ricerche dell’ingegneria genetica che, spingendosi fino al concetto di clonazione, sollecitano su più fronti la creatività degli artisti. Ma la speculazione scientifica rappresenta solo un lontano orizzonte di riferimento, dal quale pulsa l’anima di un nuovo profilo identitario, connotato dalle più svariate sfaccettature. [English Version included]

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FLASH ART – Sabrina Zannier

Una fissazione, un’ossessione appuntata su un oggetto, il tavolo, indagato nella sua identità quotidiana e nella sua valenza simbolica, filo conduttoredi una sottile metamorfosi in divenire. Si tratta di tavoli progettati e costruiti ex novo, attingenti a una visione antropomorfa e al fondamento diun luogo, fisico e mentale.

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L’OSSESSIONE VA SUL TAVOLO – Sabrina Zanier

La fissazione su un’entità, su un’idea, su un oggetto conduce alla reiterazione e all’ossessione. Quando, però, tale processo è il fondamento della ricerca di un artista, non si cade mai nella mera ripetizione: l’ossessione diviene filo conduttore di una sottile metamorfosi in divenire.

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